martedì 4 settembre 2007

Commemorazioni di fine estate

In viaggio verso l’eredità di Musa as Sadr

Già dalle prime ore del mattino cominciano i preparativi per la commemorazione del conclamato “imam nascosto”, Musa as Sadr, fondatore all’inizio degli anni settanta del movimento Amal. Nei suburbi della capitale, bastione sciita ed Hezbollah, sventolano le bandiere verdi di Amal e strompettano i clacson, cornice del quotidiano caos. A controllare il traffico ed organizzare gli autobus è il servizio d’ordine di Amal, che per una volta esce autoritariamente in pubblico e scalza dai suburbi i consueti volti degli uomini di Hezbollah. Poco importa, non c’è spazio per una competizione intra-sciita, l’imam Musa as Sadr è l’icona e l’origine dello sciismo politico libanese ed entrambi i gruppi ne rivendicano consensualmente l’eredità.

Dalle periferie di dahyie i minibus si lanciano festosi sulla strada verso Baalbeck, ed all’incrocio di Baabda-Hazmieh, cominciano a confluire con gli altri manifestanti provenienti dal Janub, da Sour, Saida, Nabatieh,... Mano a mano che ci si avvicina a Baalbeck, i janubiee, gli abitanti del sud del Libano, diventano oggetto di simpatico scherno da parte dei baalbakini, che li apostrofano scherzosamente come “rozzi e campestri”. Entrambe le regioni sono a grande maggioranza sciita, come a dimostrare che la “diversità” in Libano non è solo confessionale ma anche regionale, dando un pizzico di normalità ad un paese che si nutre di rancori comunitari, famigliari e clanici.



Ma non sono solo i seguaci dell’imam a riempire le strade. Il cammino da Beirut a Baalbeck, passando per Aley, Chtoura, Zahle, fin dentro alla valle della Bekaa, è un susseguirsi continuo di militari ed auto del soccorso civile di Amal. Vuoi per lo spostamento del presidente del parlamento Nabih Berri dalla sua residenza beirutina di Ain el Tineh, ogni crocevia sulla strada principale, è pattugliato dal minimo di un paio di militari armati o dal massimo di un carro-armato, nel caso di luoghi particolarmente sensibili, confessionalmente questa volta, o politicamente più concretamente.

I poster che celebrano l’evento si susseguono con la stessa cadenza dei militari armati a lato della strada verso Baalbeck, e, nelle differenti tipologie, innalzano Nabih Berri, special guest dell’evento, all’altezza di Musa as Sadr. I due più importanti leader di Amal si guardano negli occhi ruotando sull’asse di simmetria dato dal grande tempio di Bacco nella capitale della Beeka. Storia, fondazione, mito ed eredità.

Traffico congestionante sulla strada e troppi manifestanti a Baalbeck. Troppi per il ristretto e conviviale spazio dove il presidente del parlamento ha promesso importanti novità per superare la crisi nazionale. Come spesso accade in Libano, le manifestazioni di massa e le commemorazioni si tramutano in una tribuna politica per lanciare nuove proposte ad effetto su scala nazionale.



Molti dei manifestanti preferiscono ciondolare su e giù per le strade di Baalbeck, in quella che è a tutti gli effetti una giornata di festa, nonostante la tragicità della commemorazione di una personalità scomparsa nel nulla 29 anni fa. In quel tragico giorno di agosto, il passaporto dell’”imam” fu ritrovato a Roma, ma molti speculano con certezza che dalla Libia di Gheddafi non ne uscì mai, al pari dei suoi due accompagnatori.

L’organizzazione di Amal non è certamente paragonabile alla rigida ed ordinata sicurezza che sfoggia Hezbollah ad ogni evento che organizza. Gli uomini non sono separati dalle donne, il servizio di sicurezza dentro al recinto è più parte del pubblico che vigile attivo e protettore dell’incolumità, la voce di Berri lascia molti indifferenti proseguire il loro speciale pic-nic e bambini incuranti corrono in circolo all’impazzata. Molti altri si incamminano verso gli autobus ancora prima che Nabih Berri possa lanciare la nuova proposta dell’opposizione al governo di Siniora: “basta parlare di governo di unità nazionale, c’è tempo, prima cerchiamo di eleggere invece un presidente della repubblica di consenso”. Una vera e propria mano tesa al governo, oppure una delle ultime cartucce di un’opposizione che non si aspettava tanta “resistenza” da parte delle forze del 14 marzo.



Con le ultime parole di Berri, il sole scende velocemente nella valle della Beeka, ed il caldo secco di Baalbeck si spegne lasciando spazio al consono umido tepore di Beirut, dove si stanno giorno dopo giorno scaldano i motori per la grande corsa presidenziale.