martedì 11 dicembre 2007

La Farsa

Continuano gli attacchi reciproci fra i due blocchi che bloccano il paese e ne monopolizzano la scena.

Il blocco del 14 marzo accusa quello dell’8 marzo di ricevere ordini dalla Siria e dall’Iran per mantenere il vuoto politico.

Il blocco dell’8 marzo accusa quello del 14 marzo di essere direttamente pilotato dalle potenze straniere.

Il 14 marzo dice che ha fatto salti mortali per proporre come candidato di consenso il generale Michel Sleimane, mentre l’8 marzo dice che sono quelli del 14 che hanno cambiato idea e vogliono rigirare le carte in tavola.

Hussein Husseini, precedente portavoce del parlamento, ha dichiarato sabato che l’emendamento della costituzione necessario per eleggere Michel Sleimane, potrebbe anche non necessariamente essere controfirmato per quello che è definito dall’opposizione come un governo illegittimo. Il giorno dopo dichiara invece che è stato frainteso e che invece l’emendamento deve passare attraverso il governo.

Il generale Aoun manda in pace i libanesi, gli fa già gli auguri di un buon natale e felice anno nuovo e promette che se ne riparlerà a gennaio. Afferma anche che è lui quello che si sta opponendo alla Siria e all’Iran che invece vogliono eleggere un presidente. Forse sta provando a rimandare la scelta del nuovo presidente alle elezioni legislative del 2009. Lavoro certosino.

Il 14 marzo invece, che accusa l’opposizione di approfittare della situazione di stallo, comincia a tastare l’opinione pubblica nazionale attraverso uno dei suoi più sconosciuti membri, come era già successo con la candidatura di Sleimane, preconizzando la elezione del presidente della repubblica solo a marzo. Magari proveranno ad eleggere il nuovo presidente proprio il 14 marzo. Per un colpo così stiloso, che potrebbe echeggiare per secoli nei libri di storia, si può anche aspettare qualche mese.

La ragione addetta è quella che il parlamento non potrà più riunirsi prima di marzo, quando è prevista la sessione plenaria, in quanto dovrebbe essere lo stesso presidente della repubblica, che non c’è più, a dover proporre una sessione straordinaria del parlamento. Ora, considerato che al momento attuale vengono organizzate sessioni parlamentari ogni cinque giorni, e che la costituzione è ormai data in dotazione ai ragazzi di Sukleen per pulire le strade della capitale, la ragione proposta sembra alquanto inconsistente. Provare con un’altra motivazione.

Nabih Berri si dichiara contrariato per gli attacchi ricevuti dal blocco opposto e reitera che il governo Siniora è e rimarrà illegittimo. Berri probabilmente si è dimenticato che l’1 settembre nel suo discorso a Baalbeck aveva messo sul piatto l’offerta di un presidente di consenso in cambio dell’accettazione da parte dell’opposizione del governo Siniora. Tutti sono concordi ora che il candidato di consenso sia Michel Sleimane. L’amnesia colpisce ogni anno migliaia di libanesi.

Walid Jumblatt nei giorni scorsi ha spezzato una lancia in favore dell’incorporazione di Hezbollah nell’esercito nazionale ed ha ricordato invece che ancora devono essere messi in pratica gli accordi di Taef, che prevedono fra le altre cose la creazione di un senato. È necessario ricordare che nel caso fosse costituito un senato, come previsto da Taef, la presidenza di questa seconda camera spetterebbe ad una figura drusa, per ragioni che guidano il sistema confessionale libanese. Uomo di stato.

Ancora nessuna voce si è alzata invece per l’introduzione del matrimonio civile in Libano. Potrebbe impegnare la mente dei libanesi in un momento di fiacca nella battaglia politica ed occupare l’opinione pubblica su un tema che poi i politici rimuoveranno a loro piacere al momento opportuno. È già accaduto, ma si aspetta fiduciosi nei prossimi mesi.

Molti libanesi sperano già che si arrivi in queste condizioni alle elezioni legislative del 2009, quando non ci sarà nè un presidente, nè un governo, nè un portavoce del parlamento. Questo sì che si chiamerà vuoto di potere! Ci sarà a quel punto un cambio totale della classe politica? Sognatori.

Intanto un comunicato ufficiale afferma che nessun albero di Natale sarà quest’anno abbellito a Baabda.

Le lucine si sono invece accese ieri nei suburbi, dove la gente è spontaneamente scesa per strada a bruciare ruote e copertoni per contestare il continuo taglio dell’elettricità, che colpisce indiscriminatamente tutte le aree della capitale per almeno tre ore al giorno. Quando quasi sei mesi fa cominciò il razionamento dell’energia, le autorità dichiararono che era relazionato con la strenua battaglia dell’esercito a Nahr el Bared. L’attacco al campo e il debellamento della milizia di Fatah al Islam è stato dichiarato ufficialmente concluso a inizio settembre.

Che stiano ancora combattendo lassù e non ci abbiano detto niente?