martedì 25 luglio 2006

Vittime di chi?

Fadi è in Italia, a Roma. Dopo aver seguito per tre anni un corso d’italiano all’Istituto Culturale Italiano di Beirut, finalmente è riuscito ad ottenere un visto per studiare in Italia, in cerca di un futuro più dignitoso. Fadi è di un piccolo paesino del Sud del Libano, nei pressi della città di Tiro. Tre volte la settimana parte dalla sua casa con un servis (taxi collettivo libanese) con direzione Tiro, la città più popolata del Sud. A Tiro quindi sale su un minibus che in poco più di un’ora lo porta a Beirut. Finita la lezione lo stesso tramite. Fadi chiaramente non può permettersi di affittare una stanza a Beirut, troppo cara la capitale libanese. L’ambasciata italiana, per rilasciare un visto di studio ad uno studente libanese, l’anno scorso, ha drasticamente alzato il prezzo della caparra che ogni studente deve versare, per partire, in un conto corrente di una nota banca italiana. Mentre gli anni precedenti la caparra si aggirava sui 2000$, un prezzo già proibitivo per famiglie numerose del sud del paese, l’anno scorso, è stato alzato a 5000$, giusto un mese prima della scadenza delle iscrizioni nelle Università italiane. Come trovare tanti soldi in così poco tempo? Come trovare 5000$ quando una famiglia del sud del Libano può vivere con in media 10.000 delle nostre vecchie lire al giorno? Eppure Fadi ce l’ha fatta, è riuscito a trovare i soldi, lavorando, chiedendoli in prestito,...ed ora è in Italia. Da dieci giorni non ha più notizie delle sue due sorelle che vivevano a Bint Jbeil, nel sud libanese, a ridosso della frontiera con Israele. Il paese è sotto continuo bombardamento da quindici giorni, è stato svuotato completamente, nelle sue strade si affrontano le forze speciali israeliane e la guerriglia di Hezbollah, tra cadaveri di civili che nessuno raccoglie (sfortunatamente mi piacerebbe che fosse solo una frase giornalistica ad effetto), dovuto al fatto che “non è il momento per un cessate il fuoco”. Fadi non riesce a contattare nessuno che possa dargli notizie delle sue sorelle. La maggior parte della popolazione del sud si sta spostando verso la capitale nei centri d’accoglienza che si stanno allestendo per rifugiati. La Croce Rossa parla di più di 700.000 rifugiati, non male per uno stato di massimo 4 milioni d’abitanti. Mettetevi nei panni di Fadi per un secondo. Di fronte a quello che propongono i media italiani probabilmente chiunque si farebbe sopraffarre dal pessimismo. I centri culturali stranieri di Beirut sono pieni di ragazzi speranzosi come Fadi. Fadi non è né cristiano né musulmano. Fadi non esiste materialmente. Ci sono decine di migliaia di Fadi nel mondo. Ci sono centinaia di Fadi anche nel nostro Belpaese. Pensate comunque a tutti loro per un attimo. Tutte vittime dell’ennesima guerra. Guardiamo le vittime ora, poi penseremo ai colpevoli. E’ abbastanza.